Nell’arco della vita si conoscono tante persone… io preferisco stare con quelle che non tendono a mancarmi una volta che smetto di starci insieme o parlarci.. e quando mi rendo conto che comincio a provare sensazioni particolari nei confronti di una persona, beh… tendenzialmente scappo via.
è successo tante volte…succederà tante altre volte…
è un istinto che ho.. non so spiegare perché, ma viene automatico…
certo.. non scappo via nel vero senso della parola, ma faccio retromarcia fino a che non si torna ad essere simil sconosciuti…ovvero: mentre prima avrei potuto fare una determinata azione con quella persona, con estrema ingenuità e senza alcun fine, dopo che prendo coscienza di quanto sta accadendo, quell’azione non la farei più….
Arriverei a comportarmi con questa persona esattamente come mi comporterei con uno sconosciuto.. anzi a volte peggio, perché ad uno sconosciuto quanto meno risponderei… a questa persona può capitare che smetta pure di rispondere senza che le abbia spiegato il motivo (anche perché il motivo boh.. obiettivamente non è che sia molto normale)…
Una volta che mi rendo conto che può esserci feeling, faccio di tutto per evitare che l’altra possa capire che io sia interessato a lei e faccio di tutto per evitare che possa pensare che io ci stia provando… perché in realtà se una ragazza mi piace non significa che io ci voglia provare.. nemmeno se ne sono innamorato, perché:
non voglio coinvolgimenti.
non voglio relazioni.
non voglio storie.
non voglio.
e se accade qualcosa dentro di me che mi scombina l’equilibrio emotivo, ciò non significa che la mia parte razionale ceda alla mia parte emotiva… il mio cuore continuerà a piangere da solo fintanto che la mia ragione non si impietosirà a tal punto da gettare la spugna…. non so se accadrà mai, sicuramente sì perché non vorrò restare solo per tutta la vita, ma quando accadrà, la guerra dentro di me sarà finita e sarò libero di comportarmi normalmente con le persone che mi piacciono senza che una vocina dentro di me mi impedisca di fare niente….
Confusione emotiva
Aforismi azzeccati
La paura crea il nemico, il nemico crea la difesa e la difesa crea l’attacco. Diventi violento, stai costantemente in guardia, sei contro tutti. Questo va compreso: sei hai paura, sei contro tutti.
– Osho Rajneesh
Nato stronzo
“No, non sono nato stronzo, lo sono solo diventato.”
E’ così che avrei voluto rispondere al mio amico quando mi ha detto che ero stronzo perchè non facevo gli auguri ad un altro amico in comune…
La verità è che io una volta facevo gli auguri di compleanno a tutti. A tutti quelli di cui mi ricordavo, ovviamente.
Poi ho smesso. Ho smesso da quando è spopolato facebook.
Quando si faceva gli auguri a qualcuno, quella persona sapeva che glie li si erano fatti perché ci si era ricordati, ora si fanno gli auguri perché arriva la notifica rossa che ti dice di farlo.
Chiedendo alla gente “ma perché fai gli auguri di compleanno a gente di cui non solo non ti ricordi, ma addirittura non hai nemmeno mai saputo quando fosse?”, “per rispetto” rispondono.
Ma rispetto di cosa mi chiedo io… come se la gente si sente felice dir icevere auguri di compleanno da persone che sa benissimo che hanno ricevuto la notifichina del cazzo per ricordarglielo. Che felicità dovrebbe recare? e perché? Ti fa sentire importante agli occhi degli altri se nella tua bacheca risultano millanta persone che ti hanno scritto qualcosa? ma veramente?
Ecco. Nel dubbio, da quando esiste facebook io ho smesso di farli… non li faccio più a nessuno, o meglio quasi più a nessuno.
Gli auguri di compleanno rimanenti che continuo a fare li faccio solo a quelle pochissime persone che a loro volta si ricordano del mio.
A me nessuno fa gli auguri perché viene loro ricordato da facebook. Facebook non sa la mia vera data di nascita, ne ho messa una falsa e comunque pure privata così che nessuno riceva notifiche del tipo: “oggi è il (falso) compleanno di Jacopo – scrivi sulla sua bacheca”, quindi chi mi fa gli auguri è perché se l’è ricordato, e quello è l’unico augurio che mi interessa…
Cioè, a me non rende in alcun modo felice ricevere auguri da chi non lo sapeva, non vedo e non capisco perché dovrebbe.. anzi, mi da proprio una sensazione di fastidio se qualcuno mi fa gli auguri quando io so di non avergli mai detto che oggi era il mio compleanno, ma questa è un’altra storia… so di essere strano, so di essere io.
Tornando in topic, nonostante io ricordi le date di compleanno di molti dei miei amici (e ahimé anche di gente a caso tipo alcuni prof o parenti di amici solo perché in qualche occasione è uscito fuori il discorso, e a me, non so perchè, è rimasto impresso), ho smesso proprio a prescindere di fare gli auguri perché mi da noia che si facciano per convenzione.
Ora mi devo ricordare chi è che mi fa gli auguri così da poter ricambiare quando sarà il loro.
Fortunatamente sono pochi e quindi è facile, ma la verità è che io preferivo prima.
pensieri #001
Più qualcuno mi dice che sono strano e più mi pare che mi stia facendo un complimento.
Pensandoci su, questa ne è un ulteriore dimostrazione!
La medicina farà pur bene all’uomo come individuo, ma fa male all’uomo come specie
Discorso brutto e poco morale? forse…… però è vero e ci pensavo prima:
Un medico, curando e facendo vivere il tizio che la selezione naturale ha deciso di far morire (malattie genetiche o comunque qualsiasi malattia contratta dal tale, o qualsiasi altra circostanza che lo porterebbe naturalmente (inteso “in modo naturale”, non “ovviamente”) alla morte), farà sicuramente un favore a quel tizio, ma allo stesso tempo uccide l’evoluzione della specie.
La medicina allunga la normale vita del singolo uomo, ma vanifica la normale e NATURALE evoluzione della specie dell’uomo.
E degli animali.
E delle piante.
La medicina è contro natura e farne uso significa essere egoisti nei confronti della propria specie. L’uomo ora utilizza solo il 20% del proprio cervello. Arriveremo mai ad un’evoluzione tale per cui lo utilizzeremo al 100%?
Read MoreLa precedenza del telefono
Mi son sempre chiesto per quale cazzo di motivo, quando squilla il telefono, ogni discorso che uno sta intrattenendo con altri presenti, o qualsiasi cosa stia facendo in quel momento, diventa improvvisamente di così poco conto da poterla interrompere immediatamente senza remore e scapicollarsi per raggiungere il telefono e accettare la chiamata prima che questo smetta di squillare da solo.
Perché il tizio che chiama dall’altra parte del telefono, bello bello, senza nessuno sforzo e magari appena svegliato e con la pancia piena dopo aver fatto colazione, ha così tanta precedenza nella mente della gente? perché il telefono ha precedenza su quello che stai facendo o sulla persona che ti sta dando attenzione in quel momento?
E questo si riscontra non solo tra amici e familiari, ma anche negli uffici rivolti al pubblico. Uno va li, perde tempo, fa la fila… finalmente entra perché è il suo turno e 30 secondi dopo che ha iniziato ad esporre la sua richiesta si sente dire: “scusi un attimo, il telefono”……. ma per che cazzo quello stronzo che chiama, che non ha fatto file, che non sta perdendo tempo, che non ha avuto le noie per recarsi in quel posto del cazzo, ha più diritto di me per avere la sua cazzo di risposta? se tu stai già parlando con qualcuno, quella minchia di telefono lo lasci fare tanto non fanno fatica a richiamare.
Read MoreE poi boh…
e così quelli che d’estate sono insofferenti per il caldo e che risolvono solo con un condizionatore a manetta e che l’inverno tremano e gelano se non hanno 4 plaid 5 cappotti 6 maglioni e 10 canottiere.. quelli che quando attacca a piove all’improvviso, corrono e gridano per evitare (?) ogni fottuta goccia perché chissà forse gli corrode la pelle.. quelli che d’estate se non c’hanno gli occhiali da sole non possono uscì altrimenti la palla gialla gli fulmina gli occhi, e sempre quelli che non c’è un anno che nn se pigliano un malanno.. beh sì.. proprio quelli me vengono a dì che non sò stà al mondo.. io che, in questo mondo, posso sta senza problemi a maniche corte anche co la neve ma nello stesso tempo godo quando d’estate c’è l’afa che ti squaglia le mutande…. io che la cosa che s’avvicina di più ad un malanno, negli ultimi 9 anni, è stato una mal de gola… insomma sarei io che non è adatto a stà in questo mondo? il mondo in cui vivo si chiama Terra e io non ho problemi con lui… Ma se forse “non sè sta al mondo” significava il tuo mondo, quello cioè creato dalla mentalità dell’uomo per sentirsi in un gruppo.. in qualcosa di grande, di più grande… quello in cui se non ci sei dentro allora non sei nessuno… quello per cui fai di tutto per poterci entrare.. allora sì forse hai ragione.. ma quello non è il mondo.. è solo il TUO mondo… il mio si chiama Terra e io ci sto bene, quindi la prossima volta dimmi semplicemente “non sè sta nel mio mondo” e io ti capirò subito.
Read MoreRiflessioni #001
Qualche giorno fa una ragazza mi ha chiesto come mai io non abbia la fissa del sesso che accomuna la maggior parte dei ragazzi…
in realtà non le ho saputo spiegare… mi sono pure impappinato perché cmq l’inglese è una brutta bestia per me e alla fine non so cosa lei abbia capito di tutto quel giro di parole senza senso che sono uscite dalla mia bocca…. tutto quello che avrei voluto dire è che… certo fare sesso è bello e piacevole.. ma dopo un po che non ne faccio ne so fare a meno, come di tutte le cose. In realtà non tendo a farmi piacere troppo le cose che si deve essere in due per essere “giocate” (dico in generale, non mi riferisco solo al sesso) perché ciò implica che non possono essere eseguite quando sto da solo e quindi proverei malessere o quanto meno dispiacere.
In genere, non mi piace il fatto che io possa diventare dipendente da qualcuno o da qualcosa e c’è chi pensa che io sia un drogato di computer e che togliendomelo impazzirei, ma in realtà, così come posso stare facilmente 24 ore al giorno seduto davanti allo schermo, trovando sempre qualcosa da fare senza annoiarmi minimamente, posso tranquillamente stare giorni interi senza nemmeno mai accenderlo (ovvio, troverei altro da fare, altrimenti sì che mi annoierei).
Con questo non significa che non mi affeziono a cose o persone, lo faccio eccome, solo che riesco a sopprimere con una certa disinvoltura il disagio nel momento in cui si presenta la mancanza.
Il fatto con cui io mi spiego questa cosa è che da piccolo avevo un carattere molto ribelle e se mi dicevano di far qualcosa che io non volevo, stai sicuro che io non obbedivo, e anzi, se mi girava, facevo l’opposto per dispetto, per la gioia di tutti quanti..
I miei genitori, non sapendo che pesci prendere, per punirmi, mi privavano sempre delle cose cui tenevo di più….
giocavo in continuazione con un giochino del cazzo? sequestrato il giochino del cazzo…
dovevo andare alla festa di compleanno di un mio amico il giorno dopo? olè che invece rimanevo a casa…
tecnicamente, se io fossi stato un bambino normale, tutto questo avrebbe funzionato: “se mi togli qualcosa che a me serve, e di cui nutro bisogno, farei di tutto per riaverla, e quindi obbedirei ai tuoi ordini”….. è regolare..
peccato che, in me, questo ragionamento non ha mai funzionato: se tu mi toglievi qualcosa di cui io avevo bisogno, io ti facevo vedere che in realtà di quella cosa non me ne fregava niente..
Soffrivo tanto pur di vincere la mia battaglia, ma mai ti avrei mostrato che mi stavi affondando.
Mi ricordo ancora mio padre, che un giorno del mio compleanno (che nemmeno si ricorda mai e per lui quella mattina era un giorno come un altro) mi ha distrutto una cosa a cui tenevo tantissimo e che per costruirla ci avevo messo mesi interi di impegno quotidiano.. tutto questo solo perché io mi ero impuntato a non voler far qualcosa che lui mi aveva ordinato di fare (non ricordo cosa) e perché, inoltre, le cinturate che mi stava dando in realtà nemmeno mi smuovevano…. e non mi smuovevano non perché non mi facessero male.. ma perché più lui mi sgridava, più mi dava cinturate… più io nutrivo il desiderio di continuare la mia opposizione… e anche quando mi lanciava gli avvertimenti che mi avrebbe distrutto quella cosa che io avevo costruito con tanta fatica e tempo, io ero irremovibile e continuavo la mia opposizione.. in quel momento potevi farmi quello che volevi e distruggermi davanti agli occhi quello a cui tenevo di più, ma per non darti la soddisfazione di farti vedere che quello che stavi facendo contro di me stava funzionando, io rimanevo li in silenzio senza nemmeno urlare il mio dolore, fermo a guardare, morendo dentro, dandoti però l’impressione che non me ne fregava un cazzo.
nell’arco della mia vita ho imparato così a superare le mancanze, anche di qualcosa o qualcuno a cui in realtà tengo molto o di cui comunque avrei la necessità per provare felicità.
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